Appuntamento rituale del calendario monfalconese (assieme ad altre pietre miliari quali il carnevale e la festa del vino), la fiera di San Nicolò è uno degli appuntamenti più amati dal popolo bisiaco.
Fin da piccoli si attende speranzosi il fatidico 5 dicembre, giorno in cui il centro, ormai sempre più spesso snobbato dalla massa e lasciato tristemente spoglio e deserto, si riempie di colorate bancarelle e accoglie una fiumana turbolenta di persone. Tra i banchetti dei venditori si può trovare un po’ di tutto, dai vestiti ai formaggi, dai giocattoli ai popolarissimi dolciumi.
I bimbi tutti emozionati e gaudenti sono inoltre abituati a scrivere la letterina a San Nicolò, visto come un Babbo Natale portatore di doni, e la notte quasi non riescono a dormire tanta è l’attesa per vedere se il buon omaccione esaurirà o meno i loro desideri e le loro più segrete speranze (inutile dire che la maggior parte delle richieste è rappresentata dai giochi più cool del momento!).
Ormai perso questo aspetto con l’avanzare imperterrito dell’età, San Nicolò resta comunque uno degli appuntamenti storici da non mancare per ogni buon monfalconese. Sicuramente si è smarrita ormai la magia del vagare tra le bancarelle, lo stupore per le piccole cose, la smania di vedere questo e quello.
Forse, crescendo ed allargando i propri orizzonti, pure l’evento fiera di per sé ai nostri occhi si è inflazionato: si arriva ad oggi con già Santa Caterina a Udine, Sant’Andrea a Gorizia (per non parlare di Cervignano e Romans) alle spalle… mentre una volta la vera ed unica fiera a cui si andava era San Nicolò.
Però questa giornata continua ad assolvere il ruolo di punto d’unione della gente della zona. E’ classico l’incontro tra le bancarelle con amici che non vedi da una vita, le rimpatriate, le chiacchiere con gente data per dispersa. Direi che proprio questo è diventato il bello della fiera, lo spirito d’aggregazione che si riesce a ricreare per un giorno.
Vediamo oggi, uno dei tanti San Nicolò all’insegna della pioggia, quanti vecchi volti riuscirò a riconoscere negli stretti corridoi pullulanti di gente tra una bancarella e l’altra (e bisognerà pure combattere per non farsi accecare dalle punte degli ombrelli!).
Fin da piccoli si attende speranzosi il fatidico 5 dicembre, giorno in cui il centro, ormai sempre più spesso snobbato dalla massa e lasciato tristemente spoglio e deserto, si riempie di colorate bancarelle e accoglie una fiumana turbolenta di persone. Tra i banchetti dei venditori si può trovare un po’ di tutto, dai vestiti ai formaggi, dai giocattoli ai popolarissimi dolciumi.
I bimbi tutti emozionati e gaudenti sono inoltre abituati a scrivere la letterina a San Nicolò, visto come un Babbo Natale portatore di doni, e la notte quasi non riescono a dormire tanta è l’attesa per vedere se il buon omaccione esaurirà o meno i loro desideri e le loro più segrete speranze (inutile dire che la maggior parte delle richieste è rappresentata dai giochi più cool del momento!).
Ormai perso questo aspetto con l’avanzare imperterrito dell’età, San Nicolò resta comunque uno degli appuntamenti storici da non mancare per ogni buon monfalconese. Sicuramente si è smarrita ormai la magia del vagare tra le bancarelle, lo stupore per le piccole cose, la smania di vedere questo e quello.
Forse, crescendo ed allargando i propri orizzonti, pure l’evento fiera di per sé ai nostri occhi si è inflazionato: si arriva ad oggi con già Santa Caterina a Udine, Sant’Andrea a Gorizia (per non parlare di Cervignano e Romans) alle spalle… mentre una volta la vera ed unica fiera a cui si andava era San Nicolò.
Però questa giornata continua ad assolvere il ruolo di punto d’unione della gente della zona. E’ classico l’incontro tra le bancarelle con amici che non vedi da una vita, le rimpatriate, le chiacchiere con gente data per dispersa. Direi che proprio questo è diventato il bello della fiera, lo spirito d’aggregazione che si riesce a ricreare per un giorno.
Vediamo oggi, uno dei tanti San Nicolò all’insegna della pioggia, quanti vecchi volti riuscirò a riconoscere negli stretti corridoi pullulanti di gente tra una bancarella e l’altra (e bisognerà pure combattere per non farsi accecare dalle punte degli ombrelli!).
2 commenti:
:'(
me la son persa
anche quest'anno!!! :(
eh non ti sei persa poi chissà cosa..
c'è stato il diluvio universale fino le 6 di pomeriggio..
molte bancarelle erano già andate via, c'era poca gente in giro (di solito invece non si riesce neanche a camminare..)..
il tutto si è trasformato più che altro in una serata da cecio..
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