sabato 22 novembre 2008

Katori Shinto Ryu


"Il Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu è la più antica scuola di arti marziali tradizionali del Giappone, venne creata nel 1447 presso il tempio shintoista di Katori.
Viene studiato principalmente l’uso della spada giapponese, che è sempre stata considerata l’arma principale del samurai.
In seguito, attraverso lo studio del maneggio di altre armi, si imparerà a modificare il senso della distanza e il tempismo di attacco e di difesa.
Il programma prevede un utilizzo progressivo di più armi, che sono: Katana (spada lunga), Bo (bastone lungo), Naginata (alabarda), Kodachi (spada corta), Ryoto (due spade), Yari (lancia).
L’addestramento prevede una serie di movimenti codificati (kata) di attacco e difesa che si sviluppano su una serie di livelli differenti, al fine di far nel tempo acquisire all’allievo scioltezza, rapidità, serenità di giudizio e tranquillità mentale durante l’azione." (riporto dal volantino dell'associazione Niten di Monfalcone; info: niten@libero.it)


Riporto da: http://www.katorishintoryu.it/
"La storia.
La nascita della scuola è riportata nei testi come una commistione di leggenda ed eventi storici, fatti e mitologia. Il fondatore, Iizasa Choisai Ienao (1387-1488), era il figlio di un Guerriero appartenente alla piccola nobiltà di campagna che viveva nel villaggio di Iizasa (oggi Tako-machi) nella prefettura di Chiba. Ancora giovane Ienao già si distingueva negli studi marziali della spada e della lancia. Presso gli uomini del clan Chiba, i suoi superiori, Ienao era ben conosciuto per la sua eccellenza nelle abilità marziali. Il giovane Ienao partecipò a combattimenti individuali sul campo di battaglia e non fu mai sconfitto. Così la sua fama di guerriero si estese velocemente da un capo all’altro del territorio. Più tardi, con la caduta del clan Chiba, Ienao si staccò dal suo stesso clan e dagli alleati e donò un migliaio di koku di riso al tempio di Katori ed eresse pure il Shintokusan Shinpuku-ji, un tempio, a Miyamotomura, Otsuki, dove donò un altro migliaio di koku di riso.Ienao si recluse a Umekiyama, un posto collocato vicino il recinto più interno del tempio di Katori. Durante il periodo in cui Ienao visse un’esistenza ritirata, avvenne che uno dei suoi devoti discepoli si recasse a lavare un cavallo ad una fonte vicino al tempio di Katori. Poco tempo dopo il cavallo iniziò a soffrire di forti dolori e, pochissimo dopo, morì. Ienao si meravigliò per l’accaduto ed attribuì questi straordinari effetti al potere divino di Futsu-nushi no Mikoto che, secondo lui, aveva provocato la morte del cavallo. All’età di sessant’anni allora, Ienao decise di dedicarsi ad una quotidiana adorazione al tempio di Katori per un periodo di mille giorni. Durante questo periodo, e dopo aver compiuto un’austera cerimonia di purificazione, s’impegnò in un severo regime di allenamento marziale. Mentre era in questo stato di disciplina spirituale, così ci narrano, Ienao ebbe una visione di Futsu-nushi no Mikoto. Questa potente divinità, con l’apparenza di un giovane ragazzo, apparve a Ienao dopo che si era seduto su un ramo di un vecchio albero di prugno, vicino al luogo dove era solito allenarsi. La visione offerse a Ienao un volume di Heiho Shinsho, un libro di strategia marziale scritto da mani divine. La visione gli predisse pure: “Tu diverrai il più grande maestro di tutti gli uomini di spada sotto il sole”. Dopo questa esperienza Ienao fondò la propria tradizione marziale e premise al nome formale di questa l’espressione “Tenshin Shoden”, che ricorda la trasmissione divina ricevuta da Futsu-nushi no Mikoto. Un enorme numero di manoscritti sulla strategia marziale sono tuttora conservati dall’attuale capo della famiglia Iizasa a testimonianza della grande esperienza pratica e spirituale acquisita da Ienao nelle discipline marziali. Il maestro Iizasa Choisai Ienao morì, sorprendentemente, alla veneranda, ed inconsueta, età di centodue anni. Il suo postumo nome buddista è Taiganin-den Taira-no-Ason-Iga-no-Kami-Raiodo-Hon-Dai-Koji; quello di sua moglie è Kagakuin-den-Myoshitsu-Seikyo-Taishi.

La scuola:
Il programma di studi si accentra sull'insegnamento dell'uso della spada giapponese, che considera l'arma principale . L'apprendimento ulteriore delle armi tradizionali, ne completa lo studio.Attraverso le altre armi si imparerà a modificare: la propria distanza e i tempi di attacco e di difesa.Il programma prevede quindi un utilizzo progressivo di più armi, che sono:

· Katana, spada lunga
· Bo, bastone lungo (180 cm)
· Naginata, alabarda (lama di spada su un'asta lunga)
· Kodachi, spada corta
· Ryoto, due spade (katana e wakizashi)
· Yari, lancia
· Shuriken, piccole armi da lancio .

L'addestramento prevede una serie di movimenti codificati (kata) di attacco e difesa tra esperto che utilizza una spada di legno (bokken o bokuto) e allievo che, di volta in volta, usa tutte le armi previste dal programma della scuola.I kata si sviluppano su una serie di livelli differenti, al fine di far nel tempo acquisire all'allievo scioltezza, rapidità, serenità di giudizio e tranquillità mentale durante l'azione, realizzando così uno stato fisico e mentale di allerta permanente .
L'abbigliamento previsto è composto da una giacca da allenamento (keikogi da judo, aikido o kendo), e da una hakama blu o nera. Per i principianti nei primi tempi, è preferibile utilizzare dei pantaloni tipo judo per l'impostazione precisa degli spostamenti (taisabaki).
È consigliato accostarsi al Katori Shinto Ryu ad età superiori ai vent'anni, sebbene risulti comunque una pratica accessibile a tutti."


Ho praticato questa disciplina per poco più di un anno, ma mi è rimasta nel cuore. Purtroppo ho dovuto smettere in quanto non compatibile come orari con i miei altri impegni sportivi, ma spero prima o poi di riuscire a tornare in palestra ad esercitarmi coi miei vecchi compagni (tra l'altro tutti molto disponibili e gentili, seppure io fossi abbastanza negato!).
Non sono mai stato un appasionato di arti marziali, però la cultura giapponese mi ha sempre affascinato, con le sue vecchie tradizioni, con modi di pensare, di comportarsi, di vivere singolari agli occhi di molti occidentali. La figura del samurai poi, aldilà della veridicità storica dei fatti, ha sempre esercitato un certo ascendente nel mio immaginario. Così accettai molto volentieri l'invito del mio amico Giulio che mi propose di provare questa disciplina in cui, mi diceva, ti insegnano ad usare la katana (la spada giapponese) e di cui non avevo mai sentito parlare. Leggendo poi anche molti manga ambientati nel giappone feudale, non esitai un attimo ad iscrivermi.
La trovo un'arte molto sofisticata, dettagliata, che tende alla perfezione. Non ci sono combattimenti sanguinari, ma si eseguono kata, sequenze di movimenti in cui si sa già che mossa fare e quale sarà la mossa del proprio compagno-avversario. Bisogna porre un'attenzione particolare a tutto ciò che si fa e a tutto ciò che avviene intorno a noi.
Le movenze, per uno abitutato a giocare a calcio, sono piuttosto strane, il bilanciamento del corpo è molto diverso, inutile dire che all'inzio si è molto goffi e che i miglioramenti sono graduali (anche se non è una gradualità regolare, "lineare", ma si va avanti a brusche impennate, ad esempio dopo un periodo in cui non ti sembra di fare progressi hai improvvisamente un' "illuminazione" che ti fa capire cosa stai sbagliando, cosa devi fare per migliorare in un dato frangente del kata).
Con pazienza e dedizione però i frutti si vedono e già dopo un anno ero letteralmente un altro praticante rispetto all'inizio (anche se ovviamente ero sempre ad anni luce rispetto a chi aveva fatto anche solo un anno di pratica in più).
Durante il primo anno ho imparato sopratutto ad usare la spada giapponese, poi negli ultimi mesi ho iniziato anche a maneggiare il bastone lungo e, per poco, la naginata. Ci sono ovviamente diversi livelli di apprendimento per ogni arma, si prosegue in una specie di "spirale di insegnamento". Ho partecipato anche ad un paio di raduni in Lombardia (uno in una location spettacolare, un lembo di terra in mezzo al lago d'Iseo) con molti praticanti provenienti da tutta Italia e con il più grande maestro vivente, Goro Hatakeyama, classe 1928.
Se mai vi capitasse, consiglio a tutti di provarlo!

2 commenti:

Zimisce ha detto...

già provata, vecchio mio. grande arte. grande maestro, quello nelle foto, bella persona.

PuSkia ha detto...

quale dei due? :D
maddai non sapevo l'avessi praticata anche tu!!!
peccato!!!